Diabolik sono io

Nel 1962, il primo numero del "Diabolik" fu progettato da un uomo che in seguito divenne non rintracciabile, soprannominato "tedesco", perché indossava pantaloni da albero e spesso indossava sandali - a volte anche con calzini. Sembra che Angelo Zarkone sia stato davvero nominato, ma i suoi disegni non hanno visto la luce, perché sono stati sostituiti da disegni di un altro autore, e Zarkone non era più conosciuto, anche quando i creatori del personaggio, le mitiche sorelle di Giussani, hanno cercato di trovarlo, affidandosi a investigatori privati. Così, il documentario immagina che Zarcone abbia perso la memoria e abbia lasciato in lui il ricordo del Diavolo, abbastanza forte da mescolare finzione e realtà, proprio come il documentario stesso passa da una vera testimonianza a interviste fittizie.